Mettersi d'accordo

I Verbi del Cuore

Ac-cor-darsi


Quando gli strumenti di un'orchestra vengono accordati, pri-ma del concerto, si cerca la stessa tonalità, data dalla nota del primo violino. Tutti si accordano, affinché dalla moltitudine e dalla varietà dei suoni possa uscire una gradevole melodia.
ACCORDARSI è trovare una linea comune, cioè la sintonia con l'altro, nella comunione e nel rispetto reciproco, sentendosi a proprio agio, accettati e rispettati. Quando due persone trovano un  accordo si sentono “a casa propria”, l'uno nel cuore dell'altro. A quel punto sgorga la lieta melodia dell'amicizia!
Tutto questo nasce dal cuore e dalla sua cura, perché lì si coltiva la volontà di rimanere sullo stesso livello dell'altro.
Dopo il brano delle Beatitudini, Gesù rivolge un invito chiaro: “Mettiti presto d'accordo col tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione” (Mt 5,25), perché l'ac-cor-do porta ad una risoluzione che aggrada entrambe le parti, per e-vitare qualsiasi degenerazione (dal giudice alla guardia, dalla guardia alla prigione). Al contrario, il dis-ac-cor-do è “lo sminuire l'altro, affinché noi riusciamo a crescere per sentirci qualcuno. E' un meccanismo brutto e da evitare. In fondo stiamo tutti procedendo verso lo stesso cammino” (Papa Francesco).
Davanti alla legge Gesù rompe con le interpretazioni errate, ma mantiene fermo l'obiettivo che la legge deve raggiungere: la più grande forma di giustizia, che è l'Amore. Per lui, la giustizia non viene da ciò che faccio per Dio osservando la legge, bensì da ciò che Dio fa per me, accogliendomi come figlio. Il suo nuovo ideale - "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro" - vuol dire: tu sarai giusto davanti a Dio quando cercherai di accogliere e perdonare le persone come Dio accoglie e perdona te, malgrado i tuoi difetti e peccati.
Non solo è da evitare l'assassinio, ma tutto ciò che in un modo o nell'altro può generarlo: la rabbia, l'ira, il disprezzo, l'odio, il desiderio di vendetta, l'insulto, lo sfruttamento, etc.
L'amore del prossimo viene prima del precetto del culto. La pace con il fratello infatti è condizione indispensabile per la pace e l'incontro con il Padre. Non solo chi ha offeso, ma anche chi è stato offeso, deve riconciliarsi con gli altri prima di prendere parte a un rito sacro. Non è questione di ragione o di torto; quando c'è qualco-sa che divide due membri della stessa comunità, tale ostacolo deve scomparire per poter comunicare con Dio. Perché se non si va d'accordo con i fratelli, non si è figli di Dio. 
Che siamo figli di Dio si vede dalla nostra fraternità in Cristo. Se non si passa dalla logica del debito a quella del dono e del per-dono, si perde la vita di figli del Padre (cfr Mt 18,21-35).

 

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